lunedì 8 aprile 2013

i pesci rossi


I carassius sono dei pesci che crescono in maniera consistente, a prescindere da dove vengono allevati. Tuttavia la vasca in cui li teniamo influirà notevolmente sul loro sviluppo.
Si sente spesso dire che “i pesci rossi crescono”, ma si parla ben poco del fatto che la loro crescita dipende anche dalle dimensioni (e dalla forma) dell’acquario.
Proprio così: i carassius allevati in vasche molto piccole non si svilupperanno più di tanto; questo non deve stupire, dal momento che ogni essere vivente si adatta (finchè può) per sopravvivere all’ambiente in cui è inserito.

domenica 17 marzo 2013

11 febbraio 1950

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"


Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

mercoledì 5 dicembre 2012

Le botteghe dei furbetti del quartierino

Come molti sapranno è operativo nella frazione il recupero e rilancio dei negozi di vicinato.
Molti negozianti hanno aderito e hanno promosso una raccolta fondi per le scuole del territorio.
Con un acquisto presso i negozi del circuito, lo scontrino fiscale da essi rilasciato vale come "cumulo" per aumentare il valore dei fondi che verranno dirottati per i nostri - e vostri - figli. Tale scontrino puo' essere poi depositato nei contenitori posti all'entrata degli edifici scolastici.

Qualche riflessione...
a) lode e onore a chi ha aderito
b) stima per chi, anche se non ha aderito, cerca di sopravvivere con il proprio negozio ad una realta' commerciale sempre piu' faticosa
c) biasimo e vilipendio per quei negozi che, in barba a quelli che cercano di farcela onestamente, continuano a vendere senza scontrino o ricevuta, danneggiando non solo la competitività di chi vende nel rispetto della legge, ma danneggiando sempre e soltanto la cittadinanza tutta (in base alla nota equazione [meno tasse per loro = piu' tasse per noi]

Continuiamo a parlare di legalita', a riempirci la bocca di etica, a volere un paese migliore per i nostri figli? Pretendiamo, almeno, che tutti contribuiscano alla collettività attraverso i propri guadagni.

Lo scontrino fiscale non è un pezzo di carta qualsiasi, non è ne' un pre-conto ne' una strisciata di bilancia elettronica: sopra ci deve essere scritto "scontrino fiscale" o una sua abbreviazione, e la sigla MF un po' di traverso, in fondo, che sta a significare "misuratore fiscale" , come questo qui sotto.
Iniziamo dalle piccole cose, se vogliamo cambiare il piccolo mondo nel quale viviamo.


 


giovedì 29 novembre 2012

Si ricorda altresi' che...

Questo blog non esisterebbe senza lo sbattimento costante, puntuale, intelligente, di Federica Papotti.
Perche' non e' tutto dovuto, a questo mondo.

Perche' è giusto parlare ogni tanto dei cretini, per poi dimenticarsene e lasciarli nell'oblio;
e' altrettanto giusto parlare di chi lavora nell'ombra e dietro le quinte, per poi ricordarsene quando serve.